Comitato di Verona per Franceschini Segretario del Partito democratico franceschiniverona@gmail.com

mercoledì 26 agosto 2009

Manifesto Andrea causin


ANDREA CAUSIN: CANDIDATO ALLA SEGRETERIA REGIONALE DEL PARTITO DEMOCRATICO ALLE ELEZIONI PRIMARIE DEL 25 OTTOBRE 2009

1. Andrea Causin è il candidato alla segreteria regionale del Pd collegato alla mozione nazionale di Dario Franceschini. Ha 37 anni, è sposato con un figlio. Vive a Martellago (Venezia ). Eletto Consigliere regionale nel 2005, segue in particolare i temi legati alle politiche del lavoro, delle politiche sociali, delle attività produttive. E’ stato segretario nazionale dei giovani delle Acli e presidente provinciale a Venezia. Nel 2007 è stato chiamato da Walter Veltroni a far parte dell’Esecutivo nazionale del Partito Democratico.



2. Il suo programma è titolato “ Il Partito democratico che serve al Veneto”.



* Il punto di partenza del programma: il Veneto cambia con velocità. Nei processi economici, nel mondo del lavoro, negli stili di vita, nella difficile mobilità, nella crescita degli immigrati regolari, nei bisogni di cure sociali e sanitarie, nel consumo dell’ambiente.



* La politica si trova ad affrontare una nuova questione sociale. Deve colmare la distanza tra la rapidità dei cambiamenti e la lentezza della politica nell’organizzare risposte adeguate. La politica della destra è lenta. Il Partito Democratico vuole misurarsi con queste sfide guardando al futuro.



* Una sfida da vincere insieme ad un capitale sociale vitale e generoso: a ) al Veneto delle 500.000 imprese che si avvalgono di 2 milioni e mezzo di lavoratori e lavoratrici, dei quali 480.000 sono stranieri regolarmente residenti; b ) al Veneto degli operai e dei tecnici che inventano e fanno produrre le imprese; c ) al Veneto delle Università di eccellenza; d ) al Veneto degli Enti locali efficienti; e ) al Veneto delle città d’arte; f ) al Veneto dell’associazionismo e della solidarietà.



* Il Partito democratico ha davanti a sé una grande occasione. La destra ha fallito e non è più in grado di governare il cambiamento della nostra comunità. Da una parte è lacerata dalle spinte della Lega nord che agisce in chiave propagandistica, intenta solo ad alimentare paura e ad acquisire spazi di potere e, dall’altra, è guidata dall’immobilismo del PdL che non ha visione di prospettiva e si limita a gestire le consistenti partite economiche del bilancio regionale.



* Il bilancio di Galan è fallimentare:

a ) non è stato capace di far approvare lo Statuto regionale; b ) non è capace di dare una risposta adeguata alla crisi economica ed alle migliaia di lavoratori in difficoltà; c ) non è capace di riformare il sistema sanitario. La destra ha gestito la Regione in modo ordinario, come se nulla stesse cambiando intorno.



* Il fallimento della destra apre oggi per il Pd uno spazio politico nuovo. E’ tempo di accettare le sfide economiche, sociali ed ambientali che pone il Veneto. E’ necessario dare vita a un nuovo riformismo, mettendo in campo nuovi valori, azioni proiettate al futuro, una proposta in grado di aggregare le forze del cambiamento.



A. IL LAVORO E L’IMPRESA. Al giugno del 2009 si sono persi circa 80.000 posti di lavoro. Stanno chiudendo migliaia di imprese. La politica ha il compito di difendere il valore sociale delle imprese venete e fare in modo che il peso ed il rischio della crisi economica, non ricadano sulle spalle di chi investe e innova i propri prodotti e dei lavoratori. E’ necessario creare condizioni favorevoli: a ) un contesto istituzionale affidabile; b ) nuove politiche del lavoro , tenendo conto che 700.000 lavoratori veneti sono esclusi dal sistema di protezione sociale e che sullo stesso devono poter contare anche i piccoli imprenditori e i lavoratori autonomi senza alcun sistema di protezione.



B. LO SVILUPPO SOSTENIBILE. La ripresa dell’economia va indirizzata verso un nuovo ciclo di sviluppo basato sulla qualità. Adottando strategie che favoriscano l’innovazione, competenze e saperi nel sistema produttivo, tecnologie appropriate, contenimento e riduzione dei rifiuti, risparmio energetico. Il Veneto non ha bisogno di una centrale nucleare di vecchia generazione costruita dai francesi. La scommessa energetica non si vince con le tecnologie del passato.



C. LA SICUREZZA. Un partito riformista deve mettere al centro della propria azione politica la sicurezza. Ovvero la possibilità di avere una buona occupazione intorno a cui costruire la propria vita e il sistema delle proprie relazioni. Una vita che possa contare: a ) su un buon sistema socio sanitario; b ) un buon sistema di istruzione; c ) la possibilità di abitare serenamente le nostre comunità e le nostre case. Vanno distinti gli stranieri che risiedono regolarmente con un permesso di soggiorno, una residenza e un contratto di lavoro, da quanti cercano avventura e sono dediti ad attività criminali. Con i primi si può scommettere un processo di integrazione. Gli altri devono essere individuati e rimpatriati.



D. IL FEDERALISMO E L’EQUITA’ FISCALE. Il federalismo va inteso come responsabilità e capacità di autogoverno. Noi veneti abbiamo costruito un sistema delle autonomie efficiente. Il Pd veneto accetta la sfida del federalismo. La destra italiana sta percorrendo la direzione contraria, con la soppressione dell’Ici, il patto di stabilità, il taglio dei trasferimenti, le regole rigide. Il Pd veneto sostiene l’iniziativa dei Sindaci per avere il 20% del gettito Irpef creato nel territorio. La sfida del federalismo è per altro strettamente connessa alla diminuzione della pressione fiscale.



E. UNA MONTAGNA ABITATA. La montagna veneta rappresenta una delle grandi opportunità per l’intera Regione. E’ necessario che le istituzioni intraprendano con coraggio politiche che la pongano come una priorità: con interventi non di tipo assistenzialistico, ma finalizzati ad assicurare servizi che assicurino diritti sociali e civili a cittadini e imprese. Per questo non servono provvedimenti centralistici, ma decentrati, all’interno di una più ampia riforma delle autonomie locali.



F. RIGENERARE IL TERRITORIO. Il patrimonio storico artistico, monumentale e paesaggistico accumulato sul territorio va tutelato e valorizzato. Occorre passare dalla dispersione edilizia e dalla indiscriminata saturazione/congestione dei territori ad una nuova qualificazione urbana. Va attivata una azione organica per rigenerare il territorio veneto destrutturato attraverso il risparmio del suolo edificato, il riuso delle costruzioni esistenti, l’eliminazione delle brutture e dei sovradimensionamenti.



G. RIDURRE I COSTI DELLA POLITICA. Nel Veneto ci sono margini di miglioramento che riguardano l’insieme delle istituzioni. Occorre attuare rilevanti azioni di semplificazione amministrativa, accorpando micro comuni, riconsiderare il ruolo delle province , aggregare le società che gestiscono le strade, i trasporti, i rifiuti, le venti ULSS, i Consorzi di bonifica.



H. RIDISEGNARE LO STATO SOCIALE. La rete veneta di servizi socio sanitari e previdenziali, concepita quando la famiglia era il primo grande ammortizzatore sociale e l’andamento demografico volgeva all’equilibrio, va completamente ripensata. La famiglia infatti non è più erogatrice ma consumatrice di servizi e la popolazione cresce per la presenza di lavoratori immigrati. Si impone la stesura di un Master Plan Sociale per le venete e i veneti del nuovo secolo.



I. UNA NUOVA GENERAZIONE DI INFRASTRUTTURE. Nel Veneto facciamo i conti con forti ritardi: dell’Alta velocità, della Romea Commerciale, del sistema ferroviario metropolitano, della terza corsia Venezia-Trieste. Va ricercata innanzitutto una intesa politica tra le forze più responsabili delle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra che renda possibili le necessarie intese e la programmazione tra i diversi livelli istituzionali competenti. Per le risorse economiche va esplorata la possibilità di attuare al più presto il federalismo autostradale, trattenendo una parte delle risorse provenienti dai pedaggi.



L. UN PARTITO FORTE-FEDERATO-APERTO E RADICATO NELLA SOCIETA’. Non si può lavorare alla giornata. Serve un partito stabile, in grado di dare risposte alla società veneta, fondata sulla imprenditorialità diffusa, dove il principio di auto-organizzazione e il valore del lavoro hanno pervaso l’economia, estendendosi alla famiglia, all’associazionismo, alla cultura. E’ necessario prendere sul serio i problemi e candidarsi a risolverli. Per fare tutto questo serve un partito forte, radicato capillarmente sul territorio, accogliente e capace di promuovere nuova militanza. Serve un partito federato, autonomo nella scelta delle candidature che devono essere competenti e legate al territorio. Serve un partito aperto ai talenti della società veneta.



M. PER VERONA

La società veneta si compone di diverse tipologie territoriali. Ad ovest si evidenzia l’area territoriale veronese, punto nevralgico di una più vasta area metropolitana che comprende città e bacini produttivi di altre regioni contermine. La crisi ha rallentato la corsa del sistema economico iniziata alcuni decenni fa: chiudono imprese e lavoratori sono senza lavoro. Per proseguire la corsa, deve essere valorizzato il ruolo di Verona e rilanciate le sue vocazioni (industriale, agroalimentare, logistica, arte e turismo ), con una politica riformatrice che sostenga questo disegno.



Verona, 24 agosto 2009. A cura del Comitato per la elezione di Dario Franceschini segretario nazionale e Andrea Causin segretario regionale del Partito Democratico.

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