VERSO LE PRIMARIE. Il coordinatore della mozione ieri al Don Bosco
«Vogliamo un Pd aperto e plurale»
Fassino: «E Franceschini è il candidato che lo rappresenta»
Piero Fassino ieri sera al Don Bosco, alla sua sinistra Remo Zanella e Andrea Causin FOTO MARCHIORI
«Dario Franceschini rappresenta meglio degli altri candidati un Pd largo, aperto, plurale, capace di mescolare storie e culture del progressismo italiano. Per questo lo sostengo. Guai scegliere guardano al passato, guai far prevalere le appartenenze di un tempo rispetto al progetto di costruire una casa comune che vada oltre le storie di ciascuno di noi».
È così che Piero fassino, coordinatore nazionale della mozione Franceschini, sostiene la candidatura dell’attuale segretario del Pd alle primarie del 25 ottobre. Nella consultazione popolare Franceschini dovrà vedersela con l’outsider Ignazio Marino ma soprattutto con l’ex ministro Pierluigi Bersani, che alle consultazioni dei circoli appena concluse ha conquistato quasi tutte le regioni italiane. «Ma non ci si faccia ingannare dai risultati in percentuale», avverte fassino, che ieri sera ha parlato ai sostenitori veronesi di Franceschini nell’auditorium dell’istituto Don Bosco, accompagnato dal coordinatore provinciale Remo Zanella a dal candidato franceschiniano alla segreteria veneta, Andrea Causin. «Prendiamo il Veneto», è l’esempio di fassino. «Bersani è in vantaggio di 6-7 punti percentuali, ma in termini di voti assoluti la differenza è di soli 1.500. Per fare un altro esempio, in una città come Milano lo scarto è di appena 700 voti. E nelle consultazioni di circolo hanno votato gli iscritti - 450 mila persone, una grande dimostrazione di democrazia partecipata - mentre alle primarie è ipotizzabile che l’affluenza alle urne sarà 4-5 volte più alta. La partita è aperta».
È proprio sul popolo di elettori, sostenitori e simpatizzanti che Franceschini conta per rovesciare l’esito delle consultazioni di circolo. «E io credo», dice fassino, «che sei mesi, da tanto Franceschini è segretario, sia un periodo troppo limitato per considerare esaurita l’esperienza di un leader, anche se Dario ha dimostrato in questo periodo di saperlo fare, il leader. Inoltre non fa bene al Pd dare l’immagine di un partito che "macina" i suoi leader uno dopo l’altro...»
fassino riflette anche sulla recente disfatta della Spd tedesca e sulla crisi del centrosinistra europeo. «Il Pd», spiega, «è stato fatto esattamente perchè abbiamo avvertito la necessità per la cultura di centrosinistra di andare oltre il Novecento, di misurarsi con le novità di questa epoca, che non c’è dubbio proponga problematiche nuove, difficili da affrontare facendo riferimento a ieri. Il Pd anche su scala europea vuole dare un contributo a rinnovare la politica, la cultura e gli strumenti con cui le forze progressiste devino gestire la società di oggi».
E sempre a sostegno di Dario Franceschini, lunedì 5 ottobre, dalle 18, al Liston 12 in piazza Bra, il deputato Giuseppe Fioroni, responsabile educazione del Pd, interverrà nell'incontro «Un partito per il futuro: il programma dei Democratici per Franceschini». Introdurrà il deputato veronese Giampaolo Fogliardi.B.PI.
Nessun commento:
Posta un commento